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Un antico monastero di Noto diventerà albergo: «Rendiamo fecondo quanto abbiamo»

NOTO. Un nuovo progetto diretto a mettere a regime produttivo un antico ed esteso immobile di proprietà della Chiesa. È il santuario Madonna Scala del Paradiso, il complesso monastico edificato all'inizio del 1700 su un costone roccioso che sorge lungo la strada che dalla città barocca porta a Palazzolo Acreide. Una volta completati i lavori di ristrutturazione con il risanamento delle murature (interne ed esterne), il complesso monastico avrà una nuova destinazione: diventerà casa di spiritualità e di soggiorno, una sorta di esclusivo albergo per il turismo religioso, con una ricettività di oltre 150 posti , con la gestione diretta affidata della Curia.
E mentre si guarda al prossimo futuro, si pensa anche ai nuovi interventi di finitura, finanziati con i fondi della Conferenza episcopale italiana, al via prima della fine di questa settimana. Sotto la lente di ingrandimento delle maestranze ci sarà il santuario mariano, impreziosito dalla settecentesca facciata in pietra, con il restauro della cappella interna del Crocifisso e il recupero dell'artistico affresco su roccia della Madonna. Quest'ultimo delicato intervento è indirizzato a rimuovere la polvere che nel corso degli anni si è accumulata sull'affresco e a metterne in risalto i vivi colori. L'intero complesso monastico, che nel corso dell'ultimo ventennio è stato sede di convegni pastorali e ancora prima alloggio ecclesiastico per le vacanze estive, ha beneficiato di un lungo programma di interventi (anche molto consistenti) per il restauro, attingendo ai fondi post-terremoto erogati dalla legge 433 del 1991. Ma il proposito di mettere a frutto il complesso monastico non è che il primo passo: altri beni di proprietà della Chiesa avranno una nuova destinazione per creare reddito e dare lavoro a tante persone, puntando soprattutto sui più disagiati.
"Bisogna rendere socialmente fecondo, riscattandolo anche in termini economici, quanto possediamo", è il monito della chiesa di Noto che si offre agli ultimi aprendosi a un cristianesimo più sociale. Dare una mano ai meno agiati, recuperare e integrare i meno fortunati, non perdendo di vista la salvaguardia dei beni ecclesiastici che altrimenti rischierebbero di essere aggrediti dall'incuria.

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