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Immatricolazioni false di auto, 6 persone denunciate a Pachino

PACHINO. Era una sorta di "catena di Sant'Antonio": la stessa autovettura veniva presa in carico da un differente potenziale proprietario ma, nello stesso tempo, risultava anche intestata ad una ditta. Il "gioco", però, è stato scoperto ieri dagli agenti del commissariato di polizia di via Tafuri che hanno denunciato sei persone, tra cui il titolare dell'autosalone da cui tutto è cominciato. A rispondere di truffa, falsità materiale e uso di atto falso sono G. G., 54 anni, V. M., 35 anni, C. A., 31 anni, S.G., 30 anni, una donna, V.T.A., 25 anni e G.A., 37 anni, che dovrà anche rispondere di inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
L'inizio della vicenda risale alla scorsa estate, quando l'autovettura in questione è stata fermata durante un posto di controllo dai poliziotti: risultava con la revisione scaduta. Così scattò la sanzione, cui si oppose con ricorso il presunto proprietario del veicolo. Ma da quel ricorso gli agenti guidati dal commissario, Paolo Arena, hanno ricostruito una fitta rete di vendite fittizie della stessa autovettura, mancate sottoscrizioni degli atti di vendita e mancati passaggi di proprietà. Sostanzialmente, stando a ciò che emerge dalle indagini, ogni volta che la proprietà dell'autovettura "girava", anziché essere completato l'iter degli atti di passaggio, in qualche modo veniva fatta risultare anche di proprietà della ditta, come se fosse solo stata presa in carico. Questo sarebbe stato un escamotage per ottenere delle agevolazioni e, dunque, risparmiare denaro, almeno stando a quanto scoperto dagli agenti del commissariato di via Tafuri.
Il tutto, comunque, era "confezionato" con una catena lunghissima di atti falsi che ogni volta che l'autovettura è passata di mano in mano sono aumentati a livello esponenziale. Sino alla scorsa estate, quando a seguito di un posto di controllo la vettura è stata fermata dai poliziotti. A seguito di quanto avvenuto, le sei persone sono state denunciate all'autorità giudiziaria e dovranno rispondere dei reati di truffa, falsità materiale e utilizzo di atti falsi. L'aspetto più inquietante della vicenda è che l'indagine non è terminata: i poliziotti stanno continuando ad indagare sulla rete di passaggi di altre autovetture, per scongiurare l'esistenza di un "sistema" utilizzato per mettere a segno la stessa truffa.

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