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Noto, sempre più nubi sull’ospedale: «Se passa il Pte, allora è la fine»

NOTO. Un futuro sempre più incerto. È quello dell'ospedale Trigona, che da anni, nonostante serva un territorio di più di centomila abitanti, continua a vivere una lenta agonia. "Tra vecchi impegni, ripieghi mai avviati (come l'arrivo nella città barocca delle cliniche private, al posto dei reparti da trasferire ad Avola), e provvedimenti dell'Asp di Siracusa che preluderebbero al ridimensionamento dell'offerta sanitaria, l'ospedale di contrada san Giovanni Lardia sembra non avere alcun futuro". Torna a tuonare la voce del Comitato Pro-Trigona, con in testa Nuccio Tiberio e Rosario Salemi, che chiedono garanzie al sindaco Corrado Bonfanti dopo aver appreso che i vertici aziendali siracusani hanno chiesto all'assessorato regionale alla Sanità "l'autorizzazione a istituire al pronto soccorso dell'ospedale di Avola, l'Obi, l'osservazione breve intensiva, e la rianimazione".
Secondo Tiberio e Salemi, che nel recente passato hanno dato vita (insieme a tanti altri rappresentanti di sodalizi netini) a giornate i protesta, la nuova disposizione "svuoterebbe di contenuti il pronto soccorso del Trigona di Noto in quanto non avrebbe più la possibilità di tenere in osservazione i pazienti da ricoverare per il tempo necessario a concludere l'iter diagnostico e iniziare la necessaria terapia. Applicando il nuovo sistema, i pazienti portati al pronto soccorso di Noto troverebbero solo un Pte, il Presidio territoriale di emergenza, con un medico che non potrà contare su alcuna consulenza (chirurgo, pediatra, rianimatore, radiologo, analista), ma che dovrà limitarsi a disporre il trasferimento all'ospedale di Avola. Questo per l'ospedale di Noto significherebbe il de profundis, anche perché - dicono i due esponenti del Comitato -già da tempo le consulenze cardiologiche, al di fuori dell'orario di servizio, vengono fatte tramite fax, mentre le tac che necessitano del mezzo di contrasto, per mancanza di mezzi e personali, vengono eseguite ad Avola".
Per Tiberio e Salemi "mentre a Noto rimangono le assicurazioni del sindaco che nulla sarà toccato se prima al Trigona non arriveranno le cliniche private, l'Asp di Siracusa, dal canto suo, continua a compiere atti che rivelano la chiusura del pronto soccorso. Tutto questo alla faccia del decreto Balduzzi - affermano dal Comitato Pro-Trigona - che prevede il potenziamento degli ospedali di frontiera con un bacino di utenza di oltre centomila abitanti".
C'è un altro allarme: i piccoli ospedali da chiudere. E nella lista ci sono sia Noto che Avola.

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