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Noto, il caso dei cani randagi Il sindaco: «Sono accuse inverosimili»

NOTO. «Gli attacchi che mi piovono addosso dall'associazione Notoambiente sono inverosimili. Pur di screditarmi arrivano a inventarsi episodi inesistenti. Come quello di una ordinanza a mia firma che vieterebbe di dare da mangiare ai cani abbandonati. È vero, un provvedimento in tal senso c'è. Ma ricorda male il presidente di Notoambiente Nuccio Tiberio: non è mio. È di un decennio prima e appartiene all'allora sindaco Leone». Corrado Bonfanti, sindaco di Noto, respinge le accuse degli ambientalisti di Noto che ammoniscono: «piuttosto che vietare di dare da mangiare ai cani abbandonati, sindaco e amministrazione dovrebbero prestano maggiore attenzione al fenomeno e intervenire per dare una definitiva soluzione alla vicenda. Noi, in ogni caso - avverte Tiberio - disconosceremo qualsiasi provvedimento che ordina di non dare da mangiare ai cani. E poi Bonfanti dimentica che quell'ordinanza, che lui oggi vuole che si continui a rispettare, è stata revocata nel 2002 dall'allora sindaco Accardo. Su tanti argomenti Bonfanti continua a palesare una forte disinformazione. Mi ha ricordato che da consigliere comunale, nel 2001, avrei votato a favore della costruzione del complesso alberghiero di contrada san Lorenzo. Trascura però un particolare: all'epoca non rivestivo alcuna carica istituzionale. Pertanto lo invito a rivedere i suoi dossier con maggiore attenzione per non incorrere in simili errori. E per tornare ai cani: non è stato lui a dire due giorni fa che chi sfama i randagi va segnalato alle autorità?». Disinformazione, botta e risposta e anche qualche intervento. Come quello ricordato da Bonfanti: «Il mio interessamento per i cani è massimo: il rifugio per randagi di contrada Volpiglia, per buona pace di coloro che vivono nei paraggi e che da più di un decennio protestano per i latrati, da due mesi è quasi vuoto. Il merito è della mia amministrazione che ha stipulato un'apposita convenzione, che non comporta costi eccessivi, con una struttura della provincia. Tant'è che i 150 mila euro, originariamente destinati alla realizzazione del rifugio per cani, sono stati dirottati per finanziare il completamento dei lavori del museo civico ospitato in un'ala dell'ex monastero del SS. Salvatore».

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