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«Sai 8», i giudici di Siracusa: accumulati debiti e perdite

Accolta l’istanza della Procura supportata da indagini e relazioni tecniche. L’esposizione complessiva è stata stimata in 74 milioni di euro

SIRACUSA. «Uno stato di totale insolvenza, una condizione oramai pluriennale e patologica dell'impresa tale da non permetterle, su un piano che è ormai strutturale, di onorare le obbligazioni assunte con mezzi che possono dirsi ordinari ed in tempi che possono stimarsi fisiologici e ragionevoli». È questo uno dei passaggi delle motivazioni racchiuse nel provvedimento emesso ieri dal tribunale presieduto da Antonio Alì, relatore Salvatore Leuzzi, giudice Sebastiano Cassaniti, con cui viene dichiarato il fallimento della «Sai 8», la società che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Siracusa. I giudici, accogliendo integralmente le istanze presentate dai pubblici ministeri Marco Bisogni e Delia Boschetto, dal consorzio «Ato Idrico 8» e da due creditori privati, la «Ecosystem srl» e la «SicilCondotte srl», hanno inoltre evidenziato che ”l'attivo circolante, ossia l'insieme di tutte le componenti patrimoniali liquide e liquidabili, nonchè dei flussi di cassa, è di gran lunga inferiore all'ammontare complessivo dei debiti esigibili nel breve periodo, e in larga parte addirittura nell'immediato, e che la situazione di crisi della società è ormai irreversibile”. I debiti sono cresciuti, nota il Tribunale, in maniera costante: da 49 milioni di euro del 2010, a 65 milioni del 2011 fino agli oltre 74 milioni del 2012. Tra essi figurano una rata di 500 mila euro che «Sai 8» deve pagare entro il 1 gennaio prossimo all'Enel nei cui confronti vanta un debito di 15 milioni di euro. La perdita stimata nel primo semestre dell'anno è di 2 milioni 420 mila euro. «In tutti gli esercizi finora condotti - scrivono ancora i giudici - ”Sai 8” non ha fatto altro che generare ed accumulare perdite, mentre i crediti sono cresciuti in proporzione nettamente maggiore rispetto ai ricavi. I crediti, tra l'altro, sono in buona parte di difficile realizzazione atteso che si tratta di crediti verso utenti morosi risalenti agli anni 2008-2011». La sentenza evidenzia inoltre ”l'assenza di un piano strategico complessivo di annientamento dei debiti liquidi ed esigibili e di quelli dilazionati e l'inadeguatezza dell'organizzazione aziendale, caratterizzata da una gestione del tipo ”navigazione a vista” che perde di vista un dato incontrovertibile: i debiti scaduti e non procrastinati vanno pagati oggi e mancano le risorse per farlo”.
La sentenza segue il decreto emesso l'8 agosto scorso con il quale il tribunale, su istanza della Procura, aveva adottato nei confronti di «Sai 8» un provvedimento cautelare che inibiva ai suoi amministratori l'effettuazione di pagamenti diversi da quelli necessari per fare fronte alle obbligazioni nascenti dai contratti di lavoro, ai debiti erariali nonchè alle spese necessarie per la gestione ordinaria degli impianti dei depuratori e distribuzione dell'acqua. «Un'importante criticità di gestione - si legge nella nota diffusa ieri mattina dal capo della Procura Francesco Paolo Giordano - è stata indicata dal tribunale nel reiterato omesso tempestivo pagamento da parte della società di imposte, tasse e contributi previdenziali e assistenziali, frutto di una precisa scelta aziendale tale da determinare un'esposizione debitoria nei confronti dei soli enti previdenziali per un ammontare di oltre 1,5 milioni di euro, con versamenti interamente omessi per un anno e mezzo a decorrere dal mese di dicembre del 2011. Gli amministratori della ”Sai 8,” mostrandosi pienamente consapevoli della situazione di default dell'impresa avevano ammesso che il puntuale pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali avrebbe comportato una probabile interruzione del servizio». Un ultimo passaggio riguarda il lavoro che spetta ai tre curatori nominati dal tribunale, Giovanni La Croce, commercialista di Milano, Luigi Amerigo Bottai, avvocato di Roma, e Girolamo Venturella, legale di Siracusa, che sono stati autorizzati alla gestione provvisoria dell'impresa con l'ausilio del personale amministrativo presente nell'azienda ”stante la gravità del danno che deriverebbe alla collettività dall'interruzione di un servizio pubblico essenziale”.

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