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«Caselli» e proteste in autostrada

Ieri mattina il movimento dei «Forconi» ha presidiato la barriera di Cassibile, Ferro: «Presenteremo un esposto in Procura»

SIRACUSA. Non hanno rotto i caselli di Cassibile a colpi di chiave inglese, come avevano promesso, ma hanno scelto di organizzare un sit-in pacifico per protestare contro la pericolosità dei varchi della «Siracusa-Gela». Il popolo dei Forconi ha iniziato la manifestazione alle 8,30 in punto, sotto gli occhi dei carabinieri della stazione di Cassibile e degli agenti della Polizia stradale, preoccupati di evitare intoppi alla circolazione che avrebbero potuto scatenare incidenti e rallentamenti.
I Forconi, una ventina in tutto, si sono sistemati in un corridoio dell’autostrada, proprio a ridosso dei caselli dove, in poco meno di un mese, si sono verificati due incidenti, l’ultimo vecchio di due giorni con un camion che si è incastrato tra le pareti in cemento armato. A guidarli è stato Mariano Ferro, protagonista nel gennaio del 2012 del blocco dei tir in tutta la Sicilia, che giura di non voler mollare la presa sulla vicenda del casello di Cassibile, che, presto, diventerà a pagamento. «Questa mattina - dice Mariano Ferro - ci recheremo al palazzo di giustizia di Siracusa per presentare un esposto in Procura. Non siamo per nulla convinti della regolarità dell’opera che è stata realizzata. Non è possibile che un mezzo possa rimanere incastrato. Gli stessi poliziotti, mentre stavamo facendo il sit in, controllavano che i mezzi pesanti passassero regolarmente, senza intoppi. Lo spazio che rimane, quando transita un camion, è di circa 10 centimetri. È evidente che c’è un problema, solo il Consorzio autostrade siciliane ritiene che non ci sia». Ieri, per fortuna, non si sono verificati altri intoppi anche se sul casello qualche perplessità ce l’ha anche il comandante della Polizia stradale, Antonio Capodicasa, che, rivolgendosi all’Anas, ha sollecitato un sopralluogo per verificare la conformità dell’opera con il progetto. Se ne saprà quando e se i tecnici decideranno di fare un salto sulla «Siracusa-Gela», già al centro di altre inchieste della Procura. «Stanno rischiando - dice ancora il leader del popolo dei Forconi, Mariano Ferro - con la vita delle persone. Non sono bastati due incidenti, tra cui quello alla scorta del presidente della Regione, per fare capire ai vertici del Cas che il casello è un vero e proprio aborto. Ci sono pericoli continui, come mi hanno detto diversi camionisti con cui ho avuto modo di parlare. Voglio dire che questo casello è la metafora della Sicilia in cui si preferisce restare in silenzio di fronte ad accadimenti di una certa gravità. Ecco, io non me la sento di chiudere la bocca, per questo ho deciso di fare un salto in Procura perchè la magistratura possa esprimersi su quello che ritengo essere un rischio costante per quelli che transitano sulla «Siracusa-Gela». Al sit-in non c’era un folla di manifestanti, come ammette lo stesso Mariano Ferro, che, imputa al prezzo folle del carburante la mancata partecipazione dei sostenitori del suo movimento. «Non me la sono sentita di chiedere - dice ancora Mariano Ferro - a persone di Caltanissetta, tanto per dirne una, di venire fino a Siracusa per la manifestazione. C'eravamo noi, del resto la battaglia adesso si sposterà al palazzo di giustizia e ci auguriamo che la magistratura possa far emergere certe criticità».

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