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Melilli, pozzi inquinati a Città Giardino I «documenti» che accusano il sindaco

MELILLI. A scrivere per primo al sindaco di Melilli sull’inquinamento della falda acquifera attaccata dagli sversamenti di idrocarburi nei pozzi di Città Giardino è stato il Nucleo di polizia ambientale. In una nota del 26 maggio di quest’anno si evidenzia che «dalle risultanze dell’Arpa», attraverso l’esame dei campioni, «si ritiene urgente ed indifferibile l’adozione di un provvedimento per scongiurare un danno maggiore all’ambiente ed alla salute pubblica». Nell’indagine sono poi subentrati gli agenti del commissariato di polizia di Priolo, gli stessi che, due giorni fa, hanno notificato un avviso di conclusioni indagini nei confronti del sindaco Pippo Cannata per omissione di atti d’ufficio. Di campionamenti ne sono stati fatti un centinaio ed in tutti, come spiegano gli inquirenti, sono state certificate forme, più o meno diverse, di inquinamento.


I solleciti all’amministrazione comunale sono giunti anche dall’Asp l’8 luglio, l’ultimo «avvertimento» sarebbe arrivato al palazzo di città poco meno di un mese fa, il 20 agosto, da parte dell’Arpa, della Provincia ed ancora dell’azienda sanitaria.  Frattanto, si registrano altri presunti casi di inquinamento, come emerge in un esposto alla Procura presentato dal presidente dell’associazione «Amo Melilli», Nuccio Caminito, in merito agli sversamenti di reflui nel torrente Mulinello provenienti dal depuratore di Villasmundo. «Nella zona si registra uno sversamento sul suolo di reflui fognari - si legge nell’esposto - dell’agglomerato urbano di Villasmundo che in assenza di un adeguato collettamento, scolano lungo un impluvio naturale e vengono smaltiti nel fiume Mulinello. Nelle zone dove insiste il depuratore mai entrato in funzione vi sono numerosi agrumeti e la presenza di bestiame, e la profusione superficiale di tali liquami può creare imminente pericolo di contaminazione o di danno alla salute umana ed animale tale da richiedere un intervento d’urgenza. Chiediamo di conoscere l’ammontare complessivo dei lavori di ripristino del depuratore e quali motivazioni hanno indotto l’amministrazione comunale a frazionare gli interventi».


Sulla vicenda dei pozzi di Città Giardino è intervenuta l’opposizione alla giunta Cannata. «Il sindaco relazioni subito in Consiglio comunale o saremo pronti a chiedere una mozione di sfiducia» spiegano Antonio Annino, Tommaso Cannella, Giuseppe Castro, Salvo La Rosa, Pierfrancesco Scollo e Nuccio Scollo. Promettono battaglia in Consiglio comunale e parlano apertamente di «salute dei cittadini non tutelata e di interventi richiesti già un anno fa».


«Abbiamo tentato in tutti i modi di svegliare, su questa problematica, l’amministrazione Cannata - ammettono - che per tutta risposta ha più volte impedito l’accesso agli atti e ci accusava di allarmismi, con minacce di denunce». I consiglieri parlano anche di boicottaggio della commissione d’inchiesta che era stata chiesta proprio per fare piena luce sulla vicenda. «Il sindaco Cannata inspiegabilmente ha temporeggiato - hanno detto i consiglieri - prima di emettere l’ordinanza che, con due mesi di ritardo, solo mercoledì scorso interdice l’emungimento dell’acqua dei pozzi privati attorno alla sub-area C, individuata già molto tempo prima».

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