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Noto, il sindaco difende la rassegna Vietato abbaiare sotto le stelle

NOTO. L’inquinamento acustico non deve far dormire sonni tranquilli al sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, ancora una volta sul piede di guerra contro quanto turba l’armonia e la quiete dell’estate barocca. Dopo la querelle sulla musica dal vivo e gli impianti di amplificazione nel centro storico, la «furia normatrice» di palazzo Ducezio ha partorito un nuovo divieto alla vigilia di Ferragosto: stavolta, è proibito abbaiare. O meglio, a leggere l’ordinanza a firma di Bonfanti, è fatto obbligo «ai possessori di cani residenti in via Ducezio, nel tratto delimitato dalle vie Arnaldo Da Brescia e Salvatore La Rosa, di custodire gli animali all’interno dell’abitazione nella fascia oraria dalle 20,30 alle 23,30, tutti i giorni dal 15 luglio al 15 settembre 2013» (e pazienza se l’atto è datato agosto). Il motivo della dura presa di posizione? «Le magnifiche rappresentazioni che si svolgono nell’ex collegio dei Gesuiti, teatro estivo all’aperto della città - si legge nell’ordinanza -, sono purtroppo disturbate dal latrato dei cani che chi abita nella zona tiene nei cortili, sulle terrazze o sui balconi delle proprie case, con grave disappunto del pubblico e degli stessi artisti che si esibiscono»; un problema irrisolto «nonostante i frequenti interventi della Polizia municipale». Per i trasgressori, la sanzione va dai 250 ai 500 euro. Dall’opposizione, il consigliere Salvo Veneziano sceglie l’ironia: «Il sindaco mette agli arresti domiciliari i cani del centro con l’ennesimo inverosimile atto di certo causato dalla calura di questi giorni. La soluzione a problemi reali va ricercata con il buon senso e non limitando la libertà dei nostri amici a quattro zampe». E il rapporto tra cani e amministrazione resta ricco di incomprensioni, con una nuova bizzarrìa che si aggiunge al divieto di passeggio all’interno dei giardini pubblici - poi circoscritto alle aiuole - e alle proteste senza requie dei residenti di contrada Volpiglia, esasperati dal vicino rifugio per randagi.

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