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Immigrazione, il sindaco di Siracusa scrive a Letta: "Rischiamo l'assedio"

SIRACUSA. «Mettere in campo strumenti  efficaci, di natura eccezionale e straordinaria, senza i quali  si rischia un vero e proprio stato di assedio dal quale la  nostra città uscirà esageratamente penalizzata». Lo chiede, con  una lettera inviata al premier Gianni Letta il sindaco di  Siracusa, Giancarlo Garozzo, che stamane in Prefettura ha  partecipato ad un vertice sull'emergenza migranti.     


Nella nota il sindaco sottolinea la «mancanza di strumenti  finanziari, strutturali e logistici» per affrontare il flusso  degli arrivi, quantificati in 5 mila dall'inizio dell'anno. «È  indubbio che le competenze per fronteggiare tali evenienze non  appartengono al Comune bensì alla Prefettura, che le sta  espletando con grande professionalità e spirito di abnegazione -  scrive Garozzo - ma è pur vero che moltissime problematiche  ricadono sul Comune il quale, pur nella mancanza di sufficienti  strumenti, si sta adoperando fino allo spasimo per risolverle».  Tra le criticità il sindaco individua quelle dei minori non  accompagnati, delle malattie infettive, delle tensioni e delle  proteste all'interno del centro di prima accoglienza, spiegando  poi le contromisure fin qui adottate. «In occasione della  vicenda dei profughi rifiutati da Malta e accolti a Siracusa -  dice Garozzo - ho avuto modo di ringraziare il presidente del  Consiglio Letta per le belle espressioni rivolte alla nostra  amministrazione. Oggi purtroppo le belle parole non bastano più.  In questa nostra città, già avvilita da fortissimi bisogni  sociali, si sta vivendo una pericolosa emergenza di ordine  pubblico, sanitario e sociale che denota una crisi di livello  perlomeno nazionale».  

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