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Santa Venera ad Avola, don Caruso: «Le istituzioni aiutino i disoccupati»

AVOLA. Dall'impegno e le responsabilità di sindaco e di amministratori comunali di abbellire la città, soprattutto in questi giorni di festa, a quella di tutti i cittadini di essere responsabili. Così come non serve solo criticare ma è necessario la collaborazione, la condivisione e la concertazione. «Anche trovare soluzioni per le famiglie che oggi vivono nel disagio economico e che hanno pochi soldi per sopravvivere». Sono questi i temi che ieri mattina durante l'omelia della Santa Messa solenne in onore della Patrona Santa Venera, ha affrontato don Giovanni Caruso.


Alla presenza del sindaco Luca Cannata, degli assessori comunali, di qualche consigliere comunale e del baby sindaco Assennato, don Caruso dal pulpito ha voluto lanciare un monito rivolgendosi anche direttamente al primo cittadino. «Se la vita è oscura è perché non c'è slancio. Se non agiamo non c'è sapienza, e la sapienza ci porta a cambiare» ha detto durante l'omelia don Caruso citando le frasi di uno scrittore francese.


Il prete si è rivolto poi al ”sindaco piccolo e a quello grande”, perché si affrontino i problemi della collettività avolese in un momento di grande disagio. «Il lavoro ci mette in condizioni di dignità, se non c'è le persone cominciano a commettere anche reati per sopravvivere e poter mangiare - ha voluto indicare il parroco della chiesa di Santa Venera -. Per trovare le soluzioni al problema ci deve essere la compartecipazione di tutte le agenzie istituzionali, il sindaco, il prefetto, i politici. Perché ci sia più lavoro, più dignità».


E il prete non ha evitato di sollevare un fatto sociale evidente, come il fatto, ”che tra nei ragazzi ci sia maleducazione. Ma non sono i nostri figli e i nostri nipoti? È necessario una crescita vera. Abbiamo bisogno di tutti per essere incoraggiati e più impegno nelle azioni e progettualità”. 

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