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Siracusa, Patti difende la riserva Pillirina: «No alla deturpazione della costa»

Il coordinatore cittadino dei «Verdi»: «Lo sviluppo turistico non può giustificare il cemento e le costruzioni»

SIRACUSA. «La strada imboccata nel 2004 con questo piano regolatore è quella di una cementificazione di massa». È il coordinatore cittadino dei «Verdi», Giuseppe Patti, a tornare sulla vicenda legata alla «Pillirina» e ai progetti previsti in tutto il territorio. «Con il Prg e la progettualità nel Porto Grande - ha dichiarato Patti - si va verso una cementificazione dei luoghi più importanti dal punto di vista archeologico, paesaggistico e storico». Sulla Pillirina, in particolare, è stato il presidente della Camera di Commercio, Ivan Lo Bello, a sollecitare un incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, gli assessori regionali all’Ambiente, al Turismo e alle Attività produttive, Mariella Lo Bello, Michela Stancheris e Linda Vancheri. Lunedì ci sarebbe anche stato un incontro alla Camera di commercio che ha visto la partecipazione del sindaco, Giancarlo Garozzo. Un confronto istituzionale dove però si è affrontata anche la questione della riserva terrestre e dei suoi confini. La richiesta è arrivata anche dal presidente del tavolo permanente del lavoro, Pippo Gianninoto che ha chiesto di «fare presto con la riperimetrazione» della riserva terrestre ricordando che «il resort può convivere con le ragioni ambientali».
Patti sembra di parere opposto. «Il cemento - ha aggiunto il coordinatore dei Verdi - e queste costruzioni vengono giustificate da un’idea di sviluppo turistico che molti ritengono errata e non adeguata con le logiche di uno sviluppo sostenibile». Per l’esponente del partito ambientalista, «la deturpazione del Plemmirio, del Porto grande e della costa siracusana impoveriscono la città proprio sotto il profilo dell’attrazione turistica». Patti difende l’istituzione della riserva terrestre Capo Murro di porco e Penisola Maddalena e sottolinea come «l’indignazione generale dimostra l’enormità degli interventi progettati, del tutto insostenibili. Uno sfregio permanente alla città». La società «Elemata Maddalena», nel corso dei mesi ha rivisto il progetto diminuendo le volumetrie. Un investimento che, come spiegato dal marchese Emanuele di Gresy, porterebbe alla creazione di 300 posti di lavori, dei quali 200 a tempo indeterminato. Un investimento che comunque non convince Patti che elenca le caratteristiche morfologiche dell’area dove dovrebbe nascere la riserva e ribadisce ancora una volta la necessità di difendere «l’identità e la morfologia dei luoghi, i suoi spazi così come tutte le sue caratteristiche».

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