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È «guerra» contro piccioni e colombi Deturpano la pietra barocca di Noto

Non è mai partita la campagna di sterilizzazione dei volatili che il Comune avrebbe dovuto avviare nel 2009

NOTO. Quei dannati pennuti, vera e propria disperazione per migliaia di cittadini. Escrementi di piccioni sui davanzali di balconi e finestre, sulla biancheria, sui marmi. I nidi si sviluppano lungo il salotto buono della città: dalle nicchie delle chiese agli anfratti "antichizzati" dei palazzi settecenteschi, fin sopra i cornicioni, Noto è piena di colombi e piccioni che svolazzano indisturbati "macchiando" le giornate di turisti e avventori di caffè e ristoranti e soprattutto deturpando la pietra barocca, chimicamente sensibile alle incursioni dei piumati.
In un gioiello architettonico qual è Noto, infatti, la preoccupazione è anzitutto rivolta (e qui il pensiero non può non correre all'annoso problema che vive Venezia) anche all'erosione che gli acidi contenuti negli escrementi provocano sulla pietra, piuttosto morbida, dei monumenti, presa di mira anche dalle unghiate e dalle beccate dei pennuti che dalla pietra mielata traggono il calcio.
Ma la loro dimora è anche nella periferia della città (terrazze e balconi portano il loro segno). E in assenza di un rimedio - sul finire del 2009 sarebbe dovuta partire, a cura dell'Ufficio Igiene del Comune, la campagna di sterilizzazione dei piccioni mediante la somministrazione di appositi mangimi per contenerne il numero -, spetta agli infuriati cittadini darsi da fare con ingegno proprio per debellare la presenza degli sciagurati pennuti responsabili, tra l'altro, di malattie trasmissibili all'uomo. Ma anche di tanti danni. E così, nei casi meno tragici capita di vedere balconi decorati con carta colorata, finestre e terrazzi che espongono variopinte girandole, bandierine multicolore fino ai rilucenti cd-rom. Ma ci sono anche rimedi ancor più artigianali (sacchetti di plastica tagliati a frange, carta stagnola lasciata pendere dalle recinzioni, nastri riflettenti) e altre bizzarrie come gli enormi gomitoli di carta disposti tra le ventole dei condizionatori e le soffitte esterne.
Non mancano, poi, i sistemi più sofisticati per tenere lontano i volatili: un signore ha realizzato, sul balcone della propria abitazione, al terzo piano di una palazzina della periferia cittadina, una vera e propria trincea munita per tutta la sua lunghezza di puntali. A dominare la scena, un falco in volo in plastica che svolazza da una punta all'altra del balcone. Tutti artifici per tenere lontani i fastidiosi piccioni, oggi padroni indiscussi della nuova Noto, ma anche pericolosi responsabili - a causa di piume e escrementi - di allergie e persino di malattie tropicali.

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