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Noto, scatta il piano «taglia spese»

Bonfanti ha informato gli uffici di Palermo: «Revocata la concessione per l’ex complesso dei Cappuccini»

NOTO. Ridurre gli oneri economici che gravano sul bilancio per affitti passivi: il Comune di Noto avvia la ricognizione e, nella qualità di proprietario degli immobili, richiede all’Istituto regionale della Vite e del Vino (oggi Vini e Oli di Sicilia) l’immediata restituzione dell’ex complesso monastico dei Cappuccini di largo Pantheon. «Abbiamo l’improrogabile necessità di razionalizzare i costi per dare corso ad una politica improntata alla massima economicità per le casse del Comune», spiega Corrado Bonfanti, sindaco di Noto. «Già prima dell’estate provvederemo a bloccare i rapporti di locazione con diversi privati dopo che per lungo tempo il Comune ha preso in affitto decine di immobili dislocati in città e adibiti a uffici. Abbiamo già provveduto a notificare alla Regione l’atto adottato dall’esecutivo comunale con il quale è stato revocata, per sopravvenute esigenze di pubblico interesse, ogni concessione in uso degli immobili comunali – piano terra e primo piano – a suo tempo accordata all’ex cantina sperimentale, e abbiamo assegnato all’Istituto regionale Vini e Oli il termine di quindici giorni per rimuovere dai locali ogni oggetto comunicando che in difetto si procederà all’inventario e alla custodia a spese dell’intimato». Una strada molto breve, e per certi versi anche obbligata, per iniziare in termini concreti l’annunciato e da poco avviato vero risparmio, anche perché gli stabili di largo Pantheon, che risalgono al XVIII secolo, appartengono al patrimonio indisponibile del Comune. «Una volta libero, il complesso monastico dell’ex Cantina sperimentale, da parecchi anni non più utilizzato per attività di ricerca – spiega Bonfanti – sarà adibito stabilmente ad uffici, servizi e istituzioni municipali. Ma questo, da qui a breve, avverrà anche per molti altri edifici che ricadono nella proprietà del Comune», assicura Bonfanti. L’edificio, dopo essere stato restaurato dal Dipartimento della Protezione civile, è stato riconsegnato ai rispettivi enti proprietari (oltre al Comune c’è anche la Diocesi, infatti a pochi passi sorge la chiesa dell’Ecce Homo). Da tempo la Cantina ha smesso l’attività di ricerca, sperimentazione e assistenza ai viticultori del comprensorio. E si pensa già alla futura destinazione: tra le ipotesi c’è anche quella di utilizzare la grande struttura come museo della Civiltà Contadina che prima della fine dell’anno potrebbe lasciare la sede periferica di via Fazello, l’ex macello dove fu sistemato, ma con poco successo, nell’ottobre del 2008.

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