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Noto, nuovi «gioielli» in Cattedrale Collocate cinque sculture nelle navate

Sopralluogo della commissione dei saggi, i lavori per il completamento della basilica procedono nei tempi giusti

NOTO. È coincisa con la presenza a Noto della commissione dei saggi, l'organo insediatosi nell'aprile del 2006 per garantire il supporto tecnico-artistico al completamento dei lavori di finitura all'interno della Basilica-cattedrale, la posa in opera delle prime cinque sculture in gesso ceramico bianco di un metro e ottanta di altezza, disposte all'interno delle nicchie allineate nei due corridoi delle navate laterali. Il gruppo di esperti, presieduto da Luciano Marchetti, vicecommissario ai Beni culturali - e del quale fanno parte, tra gli altri Francesco Buranelli, segretario della commissione Pontificia per i Beni culturali della Chiesa, Vittorio Sgarbi, Mariella Mut e Rosa Tamburino - dopo aver seguito direttamente la collocazione delle cinque sculture, ha compiuto anche un sopralluogo nei piani alti dell'edificio, arrivando con il montacarichi nell'area del catino absidale, dove il pittore marchigiano Bruno D'Arcevia ha già portato a termine la prima fase del suo lavoro: gli affreschi dei «dottori» della chiesa. C'è grande soddisfazione tra i saggi per il lavoro eseguito nel pieno rispetto del cronoprogramma messo a punto a Roma nel maggio dello scorso anno. «Siamo entrati nella fase più concreta dei lavori: ancora pochi mesi, e in ogni caso non oltre il prossimo ottobre, poi anche l'interno potrà dirsi del tutto completato», dice Buranelli, l'ultimo saggio arrivato due anni fa in sostituzione dello scomparso monsignor Carlo Chenis, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, artefice assoluto del programma iconografico studiato per il massimo tempio religioso della Diocesi crollato nel marzo del 1996 e rimesso in piedi in poco più di undici anni. Le attenzioni sono state tutte per le cinque sculture in gesso ceramico bianco disposte all'interno delle nicchie, portate alla luce durante i lavori di ricostruzione dell'edificio. Sono quelle di San Giovanni (opera di Giuseppe Bergomi), San Matteo e San Giacomo di Zebeteo (dello scultore Tullio Cattaneo), Sant'Andrea e San Bartolomeo (di Livio Scarpella), tutti e tre artisti bresciani.  Insieme a queste prime cinque sculture è arrivata anche quella di Santa Caterina da Siena, ma per motivi tecnici, che dovranno essere superati da qui a qualche settimana, non è stato possibile sistemarla all'interno della nicchia. Prima dell'estate arriveranno le altre sei statue: San Giacomo minore e San Filippo (commissionate all'artista palermitano Vito Cipolla), San Francesco (dello scultore Gaspare Da Brescia), San Mattia e San Simone lo Zelota (del toscano Filippo Dobrilla) e San Pietro (del romano Giuseppe Ducrot).  

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