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Provincia Siracusa, dipendenti senza stipendi

Sono in 530 ad attendere le risorse per i pagamenti. L’ente ha diffidato il Credito siciliano e presentato un secondo decreto ingiuntivo alla Regione

SIRACUSA. Dipendenti senza stipendio da un mese e sarebbero a rischio i salari anche per le prossime settimane, con l’avvio dell’iter per la soppressione delle Province. È quanto si sta verificando a Siracusa dove i 530 dipendenti della Provincia sono in mobilitazione poiché in attesa che arrivino le risorse per pagare il loro lavoro. L’ente ha diffidato la banca tesoriera, il Credito siciliano, per avere un’anticipazione di cassa, e presentato un secondo decreto ingiuntivo alla Regione, di 4-5 milioni di euro, per il mancato pagamento della quota regionale per gli ex precari. E intanto gli uffici dell’ente stanno cercando di sbloccare la situazione con la banca, avendo chiesto l’anticipo di circa cinque milioni di euro in base a quanto prevede la nuova normativa che permette alle amministrazioni pubbliche un innalzamento del limite di anticipazione. «La situazione è drammatica – afferma l’assessore provinciale al Bilancio, Giuseppe Abbate – gli uffici dell’ente hanno presentato alla banca solide garanzie per ricevere l’anticipazione. Ma attendiamo anche che la Regione trasferisca le risorse». Il presidente Nicola Bono sottolinea come i conti dell’ente siano a posto e si dice fiducioso che la situazione con la banca si sbloccherà a breve. «Gli stipendi non sono a rischio – osserva Bono –. Abbiamo chiesto un’anticipazione di cassa che ci consentirà la regolarità nei pagamenti e aspettiamo anche l’esito dei decreti ingiuntivi presentati in modo da avere maggiore liquidità».Ma la protesta dei dipendenti continua: sono pronti alle barricate poiché hanno saputo che lunedì pomeriggio sarebbe prevista una riunione della giunta regionale proprio nel palazzo della Provincia. «L’iniziativa appare quantomeno provocatoria di questi tempi e in una sede non casuale – scrivono i rappresentanti del comitato di base dei dipendenti in una nota - . Il disconoscimento delle province siciliane, voluto proprio dal governo Crocetta, sta già causando forte precarietà nella gestione dei servizi e nei confronti dei dipendenti che, dopo decenni, hanno visto sminuito il loro futuro professionale e oggi già vivono le difficoltà dovute al tardivo pagamento degli stipendi per il mancato trasferimento dei fondi regionali». I dipendenti stigmatizzano così la scelta dell’esecutivo regionale e oggi torneranno a riunirsi in assemblea in attesa che arrivino gli stipendi. «Alla luce di questi fattori – dicono ancora i dipendenti - la scelta della sede operata dal presidente Crocetta per tenere una seduta di giunta regionale proprio nell’ente che ha deciso di abolire è quantomeno offensiva per tutti i dipendenti delle nove province siciliane precarizzati con un sol colpo di spugna. L’occasione di lunedì sarà propizia per sensibilizzare il presidente Crocetta e avere maggiore chiarezza sulla prosecuzione dei servizi provinciali fino ad oggi erogati e maggiori garanzie per il superamento della crisi occupazionale ed economica che sta attraversando la nostra provincia».

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