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Rissa al «Palano», muore dopo 19 giorni

Il ventenne era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’«Umberto I». L’aggressore era stato denunciato dalla polizia per lesioni gravi

SIRACUSA. È morto dopo 19 giorni di agonia Eugenio Corallo, 20 anni, vittima di un’aggressione in un pianerottolo di un edificio del complesso Palano in viale Tica. Non ce l’ha fatta il cuore del giovane, che era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’«Umberto I»: era in coma per via della contusione rimediata alla testa dopo una colluttazione con un ventunenne, M.F., che, nelle ore successive alla lite, è stato denunciato con l’accusa di lesioni gravi. Potrebbe adesso rispondere di omicidio ma spetterà alla Procura, che ha aperto un fascicolo di inchiesta, prendere la decisione.
Le indagini sono in mano agli agenti delle Volanti che sono intervenuti al complesso Palano dopo una pioggia di chiamate al centralino della Questura. Quando sono arrivati, il ferito era a terra, privo di conoscenza, ed è stato trasportato con l’ambulanza del «118» al pronto soccorso per poi essere trasferito in Rianimazione. Si è compreso subito che le sue condizioni erano abbastanza gravi ed i medici lo hanno tenuto in vita con le macchine, sperando in un suo recupero ma nel corso di tutti questi giorni non ci sono stati dei netti miglioramenti. È spirato nella notte tra martedì e mercoledì.
Il presunto aggressore è stato identificato quasi subito: era abbastanza provato e da quello che sono riusciti a capire gli agenti delle Volanti, al comando del dirigente Francesco Bandiera, i due si sarebbero scontrati probabilmente per motivi sentimentali. Forse, condividevano l’amore per la stessa ragazza e questa rivalità avrebbe esasperato gli animi. Si tratta solo di una ipotesi investigativa che deve essere ancora confermata, anche se ci sono delle buone basi. Uno dei nodi da sciogliere è il modo con cui è stato colpito il ventenne. Secondo una prima ricostruzione, è stato centrato da un pugno, assestato con una certa forza che lo ha scaraventato a terra. Non è chiaro se è bastato questo per fargli perdere conoscenza oppure l’impatto violento contro il pavimento. L’altro scenario sul quale gli investigatori stanno lavorando è se il presunto aggressore ha usato un casco. Sono stati sentiti diversi testimoni, prevalentemente conoscenti ed amici dei protagonisti di questa tragedia, per avere altri tasselli da aggiungere ad un mosaico piuttosto complesso. Un ruolo fondamentale, per risolvere quel che sembra un vero rompicapo, potrebbe averlo il medico legale. Sembra probabile che il magistrato possa conferirgli l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo senza vita del ventenne, trasportato nella camera mortuaria dell’«Umberto I». L’esame consentirebbe agli inquirenti di conoscere le cause della morte del ragazzo e fino a quando la Procura non scioglierà la riserva il corpo non si muoverà da li. I familiari, che fino all’ultimo hanno pregato per il suo recupero, non possono credere che una banale lite gli abbia portato via per sempre Eugenio.

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