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Contrada Targia, viadotto pericolante: via ai lavori per aprire il vecchio tratto

L’intervento, che costerà 150 mila euro, è stato affidato alla ditta «Sics» e dovrebbe essere ultimato entro un mese

SIRACUSA. Un mese di tempo per rimettere in sesto la vecchia statale 114 e ridurre i rischi per chi percorre il viadotto di contrada Targia. Sono stati avviati ieri mattina gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza dell’ex «114», nel breve tratto, lungo quasi 200 metri, sul quale sarà deviato il traffico in entrata verso la città. L’intervento si è reso possibile dopo il via libera che il Comune ha ottenuto dall’«Anas» e dalla sovrintendenza ai Beni culturali.

Due «sì» attesi perchè consentiranno, a lavori finiti, di istituire il senso unico in uscita dalla città lungo il viadotto mentre tutto il traffico in entrata utilizzerà proprio la vecchia statale. A seguire da vicino tutto il procedimento sarà, non a caso, proprio per la delicatezza di tutta l’area, dal punto di vista archeologico, un funzionario della sovrintendenza. L’«Anas», invece, ha affidato la vecchia statale in concessione gratuita al Comune, fino a quando il viadotto non sarà nuovamente in sicurezza.

Secondo quanto spiegato dal Comune, gli interventi dovrebbero durare poco più di un mese e ad occuparsene sarà la ditta «Sics» che ha ottenuto l’appalto, da 150 mila euro, con un affidamento diretto per somma urgenza. Mentre gli operai lavoreranno al ripristino del breve tratto della ex «114», proseguiranno senza sosta gli accertamenti lungo il viadotto di contrada Targia. A supervisionarli Antonio Badalà, l’esperto dell’università di Catania incaricato dal Comune.

L’altro aspetto fondamentale di tutta la vicenda è il recupero delle somme necessarie a intervenire direttamente sul viadotto. Su questo punto, in particolare, è intervenuto anche nei giorni scorsi il commissario straordinario del Comune, Alessandro Giacchetti che ha spiegato come «non appena avremo la perizia da parte dei tecnici incaricati avremo contezza dell’esatto stato del viadotto. Solo allora si capirà se si potrà intervenire con interventi di consolidamento e restauro o se si dovrà parzialmente demolire e ricostruire la struttura». Il nodo restano i fondi perchè, ha detto lo stesso Giacchetti «occorreranno comunque risorse economiche piuttosto ingenti». Anche per questa ragione, ormai da giorni, gli uffici del Comune, sono al lavoro per individuare, attraverso finanziamenti ad hoc della protezione civile, le strade giuste per ottenere i fondi. Il viadotto rappresenta infatti l’unica via di fuga nella zona Nord della città e si punterà probabilmente su questo aspetto per ottenere gli stanziamenti. In questo senso, si attende la consegna della relazione da parte di Badalà in maniera tale da avviare la richiesta di finanziamento.

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