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Noto, taglio ai gettoni dei consiglieri: bufera in Comune sulla proposta

Alla fine è stata l’amministrazione a decidere di ritirare il progetto nel corso dell’ultima riunione

NOTO. Gettone di presenza o gettone delle polemiche? Il ritiro della proposta, operato dalla stessa amministrazione durante l'ultima seduta del consiglio comunale "per superare un vizio di natura sostanziale", ha aperto un dibattito tra favorevoli - tra i primi a dichiararsi disponibili a rinunciare al gettone di presenza sia per la partecipazione alle sedute della massima assise municipale, sia per le commissioni consiliari, è stato il gruppo del Pd che ha presentato l'atto - e oppositori. Ma tra questi ultimi ci sono anche consiglieri della stessa maggioranza come Paolo Daniele Pagano (Mpa) secondo il quale "non sono questi i problemi che angosciano la città".  Da qui l'invito rivolto ai tre consiglieri del Pd (Corrado Frasca, Aldo Tiralongo e Salvatore Valvo) di intestarsi battaglie più serie.

E non è passato inosservato nemmeno l'intervento di Salvo Veneziano, capogruppo di Noto Nostra, secondo il quale "sarebbe più opportuno procedere ad una vera riduzione delle spese che coinvolga tutte le figure istituzionali, altrimenti sono solo chiacchiere. In ogni caso il Pd avrebbe dovuto sapere, così come è stato chiarito in aula, che non si può abolire l'emolumento ad appannaggio dei consiglieri, tant'è che si è convenuto di seguire un'altra strada, mentre, al di là di questa trovata, ben altro occorre fare per cercare di arginare le spese inutili dell'Ente. A cominciare dai costi esosi di telefono, luce e locali di proprietà del Comune dati in comodato d'uso gratuito. Per non parlare dell'inadeguato utilizzo di fondi per spettacoli ed eventi culturali", prosegue Veneziano, che nel calderone delle spese superflue include anche quelle relative ai "nominati della politica (a cominciare dai segretari), consulenti ed esperti. Potrei anche essere d'accordo con la proposta del Pd, a condizione però che le indennità di sindaco, assessori e presidente del consiglio vengano dimezzate".

Delusione e rammarico tra i consiglieri del Pd per la buona occasione persa.
"Vista la difficile situazione finanziaria che vive il Paese abbiamo ritenuto doveroso, in presenza di una grave crisi che sta portando tante famiglie nel baratro della povertà, dare un esempio di gestione sobria dei costi della politica. Il nostro obiettivo è dirottare le somme stanziate per l'indennità dei consiglieri su un capitolo di bilancio per finalità sociali".

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