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Augusta, prete arrestato per molestie Un’altra giovane donna lo accusa

La ragazza ieri sera è andata dai carabinieri dichiarando di essere rimasta vittima delle attenzioni del sacerdote

AUGUSTA. Ha raccontato nuovi dettagli ai carabinieri, spiegando come il sacerdote avrebbe approfittato di lei. La testimonianza non è quella dell’universitaria di 21 anni, la cui denuncia ha consentito ai militari di arrestare Gaetano Incardona, 73 anni, l’arciprete della chiesa Madre accusato di violenza sessuale. A parlare adesso è stata un’altra giovane donna che, ieri sera, accompagnata dai genitori, si è recata dai militari per svelare di essere rimasta vittima delle attenzioni del sacerdote.
Secondo la sua ricostruzione, le molestie si sarebbero verificate oltre un anno fa, in un momento particolarmente delicato per lei. Aveva alcuni problemi di salute ed aveva varcato il portone della chiesa per pregare, trovando, in un primo momento, il conforto dell’arciprete che avrebbe provato a consolarla. Da quel che ha raccontato ai carabinieri, il settantatreenne l’avrebbe poi condotta in sagrestia e li, poi, sarebbero avvenute le molestie. Quel segreto lo avrebbe tenuto per sè, sigillato nei meandri dei suoi ricordi, ma la notizia dell’arresto dell’arciprete ha fatto riemergere dalla sua memoria quell’incubo. Ne avrebbe discusso con i genitori, che hanno deciso di accompagnarla nella caserma della Compagnia. I carabinieri, al comando del tenente Vincenzo Alfano, prima di prendere per oro colato la sua testimonianza, cercheranno dei riscontri. L’indagine, coordinata dal sostituto Antonio Nicastro, si fonda soprattutto sui filmati delle telecamere piazzate dagli investigatori nella sagrestia. Qui sono stati ripresi i palpeggiamenti del sacerdote nei confronti della ventunenne universitaria, che aveva subito le attenzioni dell’indagato qualche giorno prima, il 20 febbraio. Dopo la sua denuncia, i carabinieri hanno piazzato telecamere e cimici per verificare che le accuse della ragazza fossero vere. Oltre alle immagini, che gli inquirenti ritengono inequivocabili, ci sarebbe anche la voce del sacerdote e quelle parole lascerebbero spazio a pochi dubbi. Per i militari, sia nel caso della ventunenne che dell’altra presunta vittima, c’è uno stesso modus operandi, cioè quello di avvicinare le donne per poi stringerle a sè nella sagrestia.
Questa la ricostruzione degli investigatori ma l’arciprete della chiesa Madre, che ha trascorso la sua seconda notte ai domiciliari, potrà difendersi non appena il giudice per le indagini preliminari, Michele Consiglio, lo stesso che ha spiccato il provvedimento di arresto, disporrà l’interrogatorio di garanzia. Ci sarebbero, comunque, altre testimonianze alle quali gli inquirenti non danno molto peso, perchè prive, per il momento, di solidità; ma l’appello, specie della famiglia della vittima, è quello di non avere timore di denunciare. I carabinieri della Compagnia, guidata dal comandante Giuseppe Musto, stanno compiendo nuovi accertamenti per blindare la loro inchiesta, mentre in città c’è ancora sgomento per il terremoto giudiziario che si è abbattuto sull’arciprete della chiesa Madre e sono in molti a farsi mille domande sulla vicenda.

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