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«Agricoltura soffocata dalle mafie»: Crocetta invia gli ispettori al Comune di Pachino

«Forte interesse della criminalità sulle produzioni locali». Malumori sulla giunta, controlli in arrivo

PACHINO. “Il pomodoro di Pachino stretto nella morsa tra mafia e camorra”. Il Governatore siciliano, Rosario Crocetta, dal palco del cineteatro “Politeama”, ha lanciato l’allarme: ci sarebbero le ombre dei clan ad aleggiare sul commercio dei prodotti ortofrutticoli. Ed ha anche annunciato l’invio degli ispettori regionali al Comune, per verificare l’attività amministrativa. Nonostante le due ore di ritardo, ad attendere il presidente della Regione domenica pomeriggio c’era un cineteatro stracolmo di gente. “Questo è il segnale – ha spiegato Crocetta -, di una Sicilia che vuole cambiare, che si sta alzando in piedi e che non accetta più di essere governata nel modo in cui lo è stata in passato. Una Sicilia in ginocchio, distrutta nel suo tessuto economico, morale, sociale”. L’attenzione del Governatore non poteva non concentrarsi su una agricoltura “che è stata totalmente colpita dalle politiche comunitarie – ha detto il presidente della Regione - e dal governo nazionale. Pachino è una delle zone più belle per l’agricoltura siciliana, dove ci sono grandi prodotti di qualità. Però questi prodotti sono costretti a convivere con la concorrenza selvaggia delle merci che vengono dall’estero”. Rosario Crocetta ha bocciato l’accordo col Marocco ed ha annunciato che il suo governo sta lavorando per dare risposte concrete agli agricoltori. “Dobbiamo puntare sul prodotto a “chilometro zero” – ha sottolineato Rosario Crocetta - ed intervenire su chi commercializza in Sicilia: i prodotti siciliani all’andata vanno col clan Santapaola e ritornano con i Casalesi. E nel frattempo il pomodoro è aumentato di prezzo e gli agricoltori non ci hanno guadagnato nulla. Bisogna evitare la “manciugghia”, la corruzione, la criminalità”. Non solo agricoltura al “Politeama”. Gli ex dipendenti della catena di market “Despar” hanno manifestato il loro malcontento con uno striscione con su scritto “Crocetta ridacci la dignità col nostro lavoro”. E dalla platea si sono alzate le urla di protesta dei cittadini. “Vogliamo gli stipendi e la legalità a Pachino – hanno gridato -, i soldi quando finiscono al Comune si fermano lì”. E Rosario Crocetta non ha perso tempo ad annunciare un approfondimento di quanto accade al palazzo di via XXV Luglio. “Noi vogliamo città che funzionino – ha dichiarato il presidente della Regione – e se il malcontento arriva ai livelli in cui è arrivato sino in questa sala, significa che qualcosa non funziona. Manderò degli ispettori della Regione e verranno a valutare in che modo governa questa amministrazione comunale”.

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