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Rosolini, dimissione numero cinque: il Consiglio comunale «dimagrisce»

Gli atti incendiari compiuti verso esponenti politici stanno portando alla decimazione. Ai quattro “no” si sono aggiunti poco dopo le dimissioni del consigliere comunale Pippo Incatasciato che ha subito ribadito come “non si può continuare a fare politica e a discutere dei problemi di Rosolini nel clima di terrore che si è creato”

ROSOLINI. Quattro “no” ed una nuova dimissione. Gli atti incendiari compiuti verso esponenti politici stanno portando alla decimazione del consiglio comunale e sono ormai cinque i consiglieri che si sono dimessi nell’ ultima settimana. E nessuno sembra voler prendere il loro posto. Venerdì sera, in seduta straordinaria, si sarebbe dovuto procedere alle surroghe dei quattro consiglieri dimissionari Piergiorgio Gerratana, Vincenzo Sparacino, Maurizio Rizza e Andrea Macauda, ma nessuno dei “primi dei non eletti” ha inteso entrare in consiglio. Enzo Vigna e Salvatore Latino, presenti in aula, hanno letto in aula i motivi del loro “no”, motivando la loro indisponibilità per “impegni professionali, familiari e di lavoro” mentre Marco Latino e Giorgio Giuca non si sono presentati facendo però pervenire una lettera in cui hanno confermato la loro intenzione di rifiutare l’ingresso tra gli scranni del consiglio comunale. Ai quattro “no” si sono aggiunti poco dopo le dimissioni del consigliere comunale Pippo Incatasciato che ha subito ribadito come “non si può continuare a fare politica e a discutere dei problemi di Rosolini nel clima di terrore che si è creato”. Incatasciato ha prima premesso come “queste surroghe non possono passare come dei semplici atti formali, ma sappiamo tutti che dietro c’è una situazione grave che ha portato Rosolini ad essere menzionata anche dalla stampa nazionale. Così come è grave che oggi nessuno si senta onorato di entrare in consiglio. Da parte mia ho difeso la città in più occasioni, tenendo il fronte su scelte importanti non ultimo il voto contrario contro la grande distribuzione”. Poi ‘invito agli altri consiglieri comunali di seguire il suo esempio. “Bisogna intraprendere un’azione forte –ha concluso-. Qualcuno potrà strumentalizzare questa mia scelta ma io non lascio il campo: ho sempre dato il massimo qui in consiglio per la città ma oggi sono determinato a rendere le dimissioni per dare valore a quanto hanno fatto i colleghi prima di me e stimolare le istituzioni e le forze dell’ordine a interventi immediati e forti”. Un invito che però non è stato colto dai consiglieri comunali. È stato Salvo Latino di “Impegno Comune” a ribadire “l’importanza di non mollare la presa e di rimanere in consiglio comunale per stare vicini alla città in questi momenti delicati”. Ma mentre Latino parlava qualche consigliere abbandonava l’aula e veniva a mancare il numero legale con la presidente del consiglio Patrizia Calvo che scioglieva la seduta.

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