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Rosolini, il Comune va all’attacco: "Impugnato il contratto con Sai 8"

Il primo cittadino, Nino Savarino: «Siamo convinti che quell’accordo siglato con l’Ato non è più valido»

ROSOLINI. Continua a Rosolini la “guerra” in difesa dell’acqua pubblica. E questa volta l’amministrazione comunale intende tagliare “la testa al toro” chiedendo in sede civile la rescissione o l’annullamento del contratto tra l’Ato e la Sai 8. La giunta comunale ha infatti nominato l’avvocato Emanuele Tringali ad adire all’autorità giudiziaria per intentare le azioni necessarie, anche in forma collettiva con gli altri comuni della zona sud, per chiudere in maniera definitiva la controversia con Sai 8 puntando alla rescissione del contratto.

Il nuovo “braccio di ferro” per la difesa dell’acqua pubblica arriva proprio quando qualche giorno fa l’amministrazione comunale aveva incassato l’ordinanza favorevole del Tar di Catania che si è espresso in merito alla decisione dell’assessorato regionale di prorogare il mandato al commissario straordinario che, a cause delle proteste dei sindaci, non si è mai insediato al Comune di Rosolini. Una proroga sarebbe stata fatta oltre la data ultima del suo mancato insediamento e quindi l’assessorato regionale avrebbe dovuto nominare nuovamente il commissario e non procedere alla proroga. Sta di fatto che la decisione dell’amministrazione comunale di adire in sede civile per rescindere il contratto, potrebbe adesso chiudere ogni discorso in merito alla vicenda. Infatti, nonostante la querelle sul commissario, la Sai 8 potrebbe sempre farsi forte nel chiedere il rispetto dei termini del contratto per la consegna degli impianti.

«Stiamo impugnando tutti assieme - ha detto Savarino -, quel contratto che fu firmato dall’Ato idrico con l’attuale Sai 8. Lo stiamo facendo non solo perché il commissario non aveva i titoli per insediarsi ma per dire basta ad una vicenda che si trascina da troppo tempo. Secondo noi quel contratto non è più valido in quanto sono mancate garanzie, cauzioni, investimenti. Vogliamo dichiararlo nullo davanti al giudice, sperando che ci dia ragione». «Adesso deve farsi sentire con forza anche il governo regionale – conclude -. C’è stato un popolo a decidere con un referendum che la gestione dell’acqua debba rimanere in mano pubblica e quindi c’è poco da discutere. Porteremo fino in fondo questa battaglia e credo che ci possano essere tutte le condizioni per poterla vincere. Il mio essere fiducioso deriva soprattutto da fatto che il presidente Crocetta ha dichiarato più volte la sua linea sulla vicenda: bisogna solo che dalle parole si passi ad atti concreti con ferme prese di posizioni».

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