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«Inda», sette nomi per il sovrintendente

I consiglieri disertano ancora la riunione ma assicurano che la macchina organizzativa delle tragedie è in piena attività

SIRACUSA. Rimette tutto nelle mani del ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi, il vice sindaco e presidente facente funzioni dell’Inda, Concetto La Bianca che, dopo il terzo tentativo fallito, ieri, di convocare il consiglio d'amministrazione, prende tutti e sette i curricula dei candidati a sovrintendente e li spedisce direttamente a Roma, al ministero. Una mossa che, oltre a Fernando Balestra, Andrea Porcheddu, Sergio Claudio Perroni, rimette in gioco anche Luca Barbareschi, Onofrio Cutaia, Emanuele Giliberti e Walter Pagliaro, cioè tutti e sette i candidati che il consiglio dell’Inda aveva esaminato e sui quali aveva indicato la terna. «Sarebbe stato auspicabile - ha spiegato La Bianca - che il consiglio avesse deciso sulla nuova terna da presentare al ministro per la scelta del soprintendente, ma ciò non è stato possibile. Perciò ho deciso di inviare a Roma anche gli altri quattro curricula presentati così da mettere il professore Ornaghi nella condizione di sbloccare la situazione».
Sembrerebbe una soluzione ideale. Il problema, però, spiegano alla fondazione, Statuto alla mano, è che il ministro debba pronunciarsi su una terna rigorosamente scelta dal consiglio di amministrazione dell’Inda e non su una lista di tutti i candidati. Nonostante lo scontro in atto, le sedute dei vertici della fondazione deserte e in attesa di chiarire come e chi dovrà gestire la nuova stagione di spettacoli al teatro greco sono proprio i consiglieri dell’Inda a tranquilizzare sull’allestimento delle tragedie. In un documento sottoscritto da Buttafuoco, Centanni, Nuzzo, Patrizi, Portoghese, Trombadore e Signorelli viene smentito anche il rischio di far saltare il programma di celebrazioni per il centenario dell'Inda. «Tutto è in piena attività, persino le pubblicazioni scientifiche e l'organizzazione del convegno internazionale di studi, 10 e 11 maggio, il Festival di Palazzolo e, ovviamente, gli spettacoli classici: Edipo Re, Antigone, Donne al Parlamento. A garanzia della buona riuscita del programma - assicurano - va detto che le linee artistiche e culturali della Fondazione sono affidate in particolare al consigliere delegato, perciò è infondata qualsiasi preoccupazione relativa alla qualità, alla tempistica e all'efficacia della programmazione, che sono perfettamente in linea con le scelte compiute in questi anni in cui l'Inda ha risanato i suoi bilanci ed ha riconquistato autorevolezza nel panorama culturale e teatrale». Nell'attesa piovono critiche da ogni parte: da chi teme fortemente per la fama e la rispettabilità della fondazione a chi va giù pesante, come Enrico Di Luciano, presidente dell'associazione «Amici dell'Inda». «Sono disgustato e incollerito come non mai - afferma - e ho criticato apertamente i comportamenti del consiglio, per prima Enza Signorelli che ha sbagliato a non presentarsi. Lei, quale padrona di casa aveva l'obbligo di rappresentare l'Inda, e non l'ha fatto. Per non dire del presidente: Visentin se n'è andato lavandosi le mani, quando io stesso mille volte l'avevo pregato di convocare il Consiglio almeno sui punti essenziali, la stagione e il centenario, già prima della scadenza del mandato a Balestra».
 

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