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Le "concessioni facili" al Comune, il pm chiede undici rinvii a giudizio

Nell’inchiesta coinvolti un funzionario dell’Ufficio tecnico, Isidoro Ferrini, e tre professionisti

SIRACUSA. Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio di undici persone l'inchiesta condotta dalla magistratura su presunte concessioni edilizie di favore al Comune sfociata il 17 ottobre di due anni fa nell'operazione denominata «Strappa e vinci» che ha portato all'arresto di un funzionario e tre professionisti per le ipotesi di corruzione, falso materiale in atto pubblico e distruzione di documenti.

Il decreto è stato formulato dal sostituto procuratore Antonio Nicastro nei confronti del geometra Isidoro Ferrini, 59 anni, funzionario istruttore dell'Ufficio tecnico comunale, i geometri Giuseppe Genovese, 53 anni, e Alessandro Patricola, 33 anni, l'architetto Massimo Sipala, 49 anni, i primi tre finiti in manette nel blitz condotto dalla sezione di polizia municipale della procura della Repubblica, il quarto posto ai domiciliari, Giuseppe Vinci, 47 anni, funzionario dell'Ufficio sanatoria del Comune, Mauro Signorelli, 56 anni, Salvatrice Nisi, 73 anni, Pietro Rubino, 55 anni, Enzo Pisasale, 54 anni, Costantino Di Natale, 55 anni, e Vincenza Cassia, 48 anni, questi ultimi sei rimasti coinvolti nell'inchiesta in qualità di proprietari di immobili per i quali è stata chiesta una concessione edilizia. La difesa è sostenuta dagli avvocati Sebastiano D'Angelo, Michele Frasca, Antonello Davì, Valerio Vancheri, Antonio Failla, Francesco Atanasio, Sebastiano Ricupero, Franco Greco, Claudio Lo Re, Fabrizio Iaia, Emanuele Bosco, Titta Rizza e Antonella Reale.

L'udienza preliminare è stata fissata per il 18 aprile dinanzi al gip del tribunale Michele Consiglio. Secondo quanto ricostruito dalla magistratura, i primi quattro imputati, attorno a cui ruota tutta l'inchiesta, avrebbero contraffatto documenti in modo da utilizzare lo stesso numero di protocollo per diverse pratiche di condono edilizio. Gli atti a cui in origine si riferiva il numero sarebbero stati invece distrutti. Questa circostanza sarebbe stata confermata dalle riprese effettuate da telecamere piazzate dagli investigatori negli uffici degli indagati in alcune delle quali vengono impresse le immagini di questi mentre si sbarazzavano di sanatorie regolarmente rilasciate per inserire nello stesso fascicolo altri immobili che non erano passati per i controlli necessari.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l'architetto Massimo Sipala sarebbe stato il tecnico di un privato che dopo avere inoltrato una richiesta di concessione ordinaria sarebbe stato indotto a versare 1.500 euro per sveltire la pratica. La presunta tangente sarebbe stata indicata durante i colloqui verbali come un ”caffè” così come emerso dalle intercettazioni. Le indagini prendono in considerazione un periodo di tempo compreso tra ottobre 2009 e luglio 2010. Le pratiche di sanatoria finite nel mirino della magistratura riguardano diversi immobili alcuni dei quali ubicati in contrada Pizzuta, in via Necropoli Grotticelle e nella zona balneare.

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