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Commercio, crisi nera: «In dodici mesi fallite oltre 300 ditte»

Romano e Linguanti: «Tutti i dati sono negativi e gli sconti difficilmente invertiranno la tendenza»

SIRACUSA. Un anno orribile tra continue chiusure e poche prospettive positive. I presidenti provinciali di «Confesercenti», Arturo Linguanti, e «Confcommercio», Sandro Romano, dipingono un quadro tetro del commercio in città. I due rappresentanti delle organizzazioni di categoria sono concordi nell’indicare il 2012 come un anno terribile per il territorio provinciale. A testimoniarlo sono numeri impietosi se è vero che il saldo tra attività aperte e chiuse sia in negativo con oltre 300 imprese che hanno dovuto chiudere i battenti. Un numero che addirittura potrebbe essere ancora più ”nero”. «Bisogna considerare - spiega Romano - che ci sono molti commercianti o titolari di aziende che si cancellano dall’ufficio registro ma non dalla Camera di commercio e per questa ragione i dati potrebbero essere ancora più negativi». Al numero delle aziende chiuse corrispondono poi molti posti di lavoro in meno. «Abbiamo registrato - continua Romano - un calo di oltre 1.400 posti. Dati che non sorprendono se si pensa anche ad attività storiche che hanno chiuso nel 2012. La recessione è stata fortissima e purtroppo non ci sono segnali che nel 2013 possa esserci una inversione di tendenza». Le conferme, in questo senso, arrivano dai primi giorni dei ”saldi”. «Gli sconti - sostiene il presidente provinciale della ”Confcommercio” - sono partiti già nel periodo natalizio ma le file ormai sono solo un ricordo». Per Romano serve un cambio di rotta. «Se non dovessero arrivare modifiche sul fronte dell’accesso al credito - è il pensiero di Romano - né si creano le condizioni per attrarre turisti e creare lavoro possiamo solo resistere».
Un quadro tetro è anche quello tracciato da Linguanti. «Il trend negativo continua ormai da troppi mesi - ha dichiarato il presidente della ”Confesercenti” -. Le chiusure delle attività continuano senza sosta». Linguanti individua anche le cause. «C’è un forte aumento dell’abusivismo - sostiene il presidente provinciale dell’organizzazione di categoria - e su questo fronte le forze dell’ordine devono necessariamente fare di più anche perchè i controlli si sono allentati. Negli ultimi mesi c’è stato un forte incremento dei furti nelle campagne di prodotti che poi finiscono sulle bancarelle di venditori ambulanti spesso non in regola». A pagare questa situazione, secondo Linguanti, ”sono quei commercianti che rispettano le regole, pagano le tasse e sono già impegnati a far fronte a introiti diminuiti del 25 per cento”. Anche per l’esponente della «Confesercenti», gli sconti serviranno a poco. «C’è un calo del 15 per cento in meno rispetto allo scorso anno - dice Linguanti - e in città e provincia il bilancio potrebbe essere anche più negativo visto l’alto tasso di disoccupazione».

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