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L’addio al Comune, la difesa di Visentin: «Decisione sofferta ma non ho tradito»

L’ex primo cittadino spiega le proprie ragioni: «Insieme a una rete di sindaci abbiamo avanzato precise richieste all’ex premier»

SIRACUSA. Si affida alla ”storia” che ”mi darà ragione o torto” e respinge con forza l’accusa di tradimento e il paragone con il comandante Schettino. L’ex sindaco Roberto Visentin, dopo il ”botto” dell’ultimo dell’anno con le proprie dimissioni e la scelta di candidarsi alla Camera dei deputati, ha ricostruito, ieri mattina, le frenetiche ore che lo hanno portato dall’annunciare con fermezza la propria volontà di rimanere alla guida del Vermexio alla decisione di lasciare per candidarsi con la lista che sostiene l’ex premier Mario Monti.
Visentin non ha nascosto che il proprio atteggiamento possa essere sembrato ”contraddittorio”, proprio alla luce della presa di posizione di sabato scorso, ma ha assicurato che ”non è così” e che la decisione di non terminare il proprio mandato ”è stata molto sofferta perchè so bene che può dare adito a tante critiche”. E proprio le accuse, nei confronti dell’ex primo cittadino non sono di certo mancate. A cominciare dalle critiche per la scelta di candidarsi con Monti, più volte accusato dallo stesso Visentin per le scelte in materia di patto di stabilità e «Imu». Su questo fronte, Visentin ha ammorbidito i toni. «Non nego di aver criticato, insieme a molti altri sindaci le scelte di Monti - ha dichiarato l’ex sindaco - ma proprio negli ultimi giorni si è concretizzato un discorso che andava avanti già da diverso tempo. Nell’”Anci” c’è una rete di sindaci con la quale abbiamo elaborato delle proposte. Abbiamo ricevuto assicurazioni rispetto alle nostre idee e per questo quando mi è stata chiesta la mia disponibilità a una candidatura, considerando che ero ormai a fine mandato, ho ritenuto di poter accettare». L’offerta arrivata all’ex primo cittadino è quella di un posto da capolista nella lista per la Camera dei deputati che sosterrà Monti, un ruolo di privilegio che potrebbe proiettare Visentin nel Parlamento nazionale. La scelta di dimettersi ha attirato le accuse soprattutto dagli ex compagni di partito, nel Pdl, il senatore Bruno Alicata e il deputato regionale Enzo Vinciullo. Entrambi, pur polemizzando sulla gestione del Pdl, hanno trovato un punto d’incontro nell’accusare Visentin di incoerenza. E la risposta dell’ex sindaco, che ufficializza l’uscita dal partito sottolineando che ”ognuno andrà avanti per la propria strada”, non si è fatta attendere. «Se mi accusano di incoerenza - ha detto il primo cittadino - allora dovrei dire la stessa cosa di tutti quelli del Pdl che aderiscono all’Agenda Monti. Io mi sento con la coscienza serena perchè in questi quattro anni e mezzo ho governato in condizioni molto difficili, senza risorse e subendo in più di un’occasione attacchi anche dalla mia stessa maggioranza. Lascio un Comune con i conti in regola e del resto non mi sembra sia la prima volta che un primo cittadino dia delle dimissioni a pochi mesi dalla scadenza naturale del proprio mandato».

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