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Droga, sette arresti a Siracusa

I provvedimenti che ipotizzano, a vario titolo, il reato di associazione armata finalizzata al traffico di stupefacenti, sono stati emessi dal Gip di Catania su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura etnea

SIRACUSA. Carabinieri del comando provinciale di Siracusa hanno eseguito un sette ordinanze di custodia cautelare, una della quale agli arresti domiciliari, nella zona nord della provincia aretusea. I provvedimenti che ipotizzano, a vario titolo, il reato di associazione armata finalizzata al traffico di stupefacenti, sono stati emessi dal Gip di Catania su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura etnea.
L'organizzazione sgominata dall'operazione 'Black out' dei carabinieri di Siracusa agiva nella zona di Francofonte ed era in grado di commercializzare 20 chilogrammi di marijuana al mese utilizzando una rete di spacciatori. La droga era venduta all'ingrosso, al prezzo di 2.500 euro al chilogrammo, ma anche al dettaglio. Per quest'ultimo tipo di spaccio si attivavano dei pusher che dovevano rispettare però i tempi di pagamento pattuiti: secondo l'accusa, uno spacciatore che non avrebbe versato 250 euro nella settimana concordata sarebbe stato pestato violentemente all'interno della villa comunale di Francofonte.   
Per produrre la marijuana il gruppo avrebbe realizzato diverse 'piantagioni', non particolarmente grandi, per evitare danni in caso di sequestri. In una era stato realizzato un artigianale ma pericoloso sistema antifurto: un fucile collegato alle piante che avrebbe sparato nel caso in cui fossero state estirpate.   
Al vertice del gruppo, secondo quanto emerso dalle indagini dei militari dell'Arma, ci sarebbe stato Michele D'Avola, 39 anni, coadiuvato dai fratello Daniele e Salvatore Lo Presti, di 27 e 31 anni, e da Vincenzo Lia, di 36 anni. Oltre a loro, i carabinieri hanno arrestato anche Salvatore Rizzo, di 52 anni, e Mario Emanuele Giampiccolo, di 32. Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per una settima indagata: Concettina Calderone, di 34 anni, moglie di Lia, accusata di avere aiutato il marito nella sua attività.  Le inchiesta è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania.

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