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Santa Lucia, la città in festa "chiama" la sua Patrona

Ieri in Cattedrale il commosso rito della traslazione del simulacro, tra lacrime e applausi, dalla cappella all’altare maggiore

SIRACUSA. Il suono delle campane e il canto dei fedeli. E poi il silenzio rotto solo dalle urla dei ”berretti verdi”, la trepidazione negli ultimi secondi del cammino dalla nicchia all’altare maggiore. È la voce di una giovane donna che, nel momento più delicato della traslazione di Santa Lucia ”tranquillizza” i portatori ricordando loro che ”lei vi aiuta”, il segno di una città che, ancora una volta si abbandona alla propria Patrona. I fedeli, tanti anche ieri, armati di telefonini e macchine fotografiche per catturare anche solo un attimo, hanno ”accompagnato” Santa Lucia nel suo breve percorso all’interno della Cattedrale. Un momento sempre molto atteso e di grande intimità per l’intera comunità.

L’urlo ”sarausana je” scandito non solo dai ”berretti verdi” ma anche dalle donne e poi un bimbo avvolto in un giubbotto bianco issato verso il simulacro sono i due momenti che hanno aperto, ieri mattina, ufficialmente, le celebrazioni per la festa di Santa Lucia. Il simulacro, sulle spalle dei portatori ha percorso il tratto verso l’altare tra mani protese, qualche lacrima e bimbi incuriositi. E con il suono delle campane della Cattedrale, restaurate per l’occasione, ad annunciare i ”passi” della martire siracusana. La statua rimarrà sull’altare fino a questo pomeriggio, quando alle 15,30 lascerà la Cattedrale per unirsi alla propria gente. Ieri sera è stato l’arcivescovo Salvatore Pappalardo a presiedere i vespri solenni.
Un servizio nell'edizione di Siracusa del Giornale di Sicilia in edicola oggi.

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