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Avola, Corte dei conti al Comune: «Gestione finanziaria deficitaria»

I magistrati contabili: «Ritardo nell'approvazione del rendiconto e frequente ricorso ad anticipazioni di cassa»

AVOLA. «Gravi inadempienze formali e strutturali al rendiconto di gestione del 2010: il Comune è deficitario». A stabilirlo è stata una delibera della Corte dei conti dello scorso 25 ottobre. Un «disco rosso» con cui l'ente municipale è stato dichiarato deficitario e la Corte ha ordinato al Comune di provvedere, entro 60 giorni, all'adozione di misure per rientrare entro i parametri di una corretta gestione finanziaria dell'ente. Il documento inviato al palazzo di via XXV Luglio è a dir poco allarmante e l'elenco delle problematiche rilevate è lungo e dettagliato. Ritardo nell'approvazione del rendiconto del 2010, condizione deficitaria per l'esercizio 2010 legata a diversi aspetti tra cui l'esistenza di anticipazioni di tesoreria non rimborsate e il frequente ricorso ad anticipazioni di cassa per 365 giorni e per importi di quasi 3 milioni e 700 mila euro. E, ancora, l'elevato volume di spesa del personale rapportato a quello complessivo delle entrare correnti, l'irregolare utilizzo dei capitoli di bilancio, in maniera particolare per alcune voci di spesa. «Come da tempo denunciamo - ha dichiarato il consigliere comunale del Pd, Roberto Bruno - questa amministrazione sta portando il Comune direttamente al dissesto economico». Secondo il democratico, la causa sarebbe legata ad una gestione della spesa del personale fuori controllo e ad una gestione generale delle casse municipali al di sopra delle possibilità. «Debiti su debiti - ha continuato Bruno - alcun serio contrasto all'evasione fiscale, contrazione di mutui che generano sofferenze di cassa. Pachino, che non ha mai brillato per efficienza amministrativa e finanziaria, ora con questo sindaco è diventata una vera e propria «sprecopoli», con incarichi dati solo per trattenere i consiglieri di una maggioranza ormai logora e in fuga da se stessa». Le proposte urgenti di Bruno all'amministrazione comunale, alla luce della delibera della Corte dei conti, riguardano la richiesta di revoca delle delibere con cui si approva l'indizione di un concorso per l'assunzione di cinque dipendenti. «Non ce lo possiamo permettere - ha continuato il democratico - vista la spesa per il personale sostenuta dall'ente». Ma nel mirino sono anche finiti i tre muti di 1 milione 600 mila euro accesi di recente, per cui è stato chiesto il ritiro delle determine e di tutti gli incarichi di esperti esterni a vario titolo. E la cosa che aumenta il timore è che la documentazione della Corte dei conti si riferisce al solo 2010. «Ci chiediamo cosa verrà fuori - ha sottolineato Bruno - dai controlli sui bilanci e rendiconti di gestione dei due anni successivi, in cui le spese sono aumentate a dismisura». Della vicenda si discuterà martedì alle 19,30 nell'aula consiliare di via Rubera.

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