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L’assemblea dell’Ato, i sindaci: "Questo bilancio va modificato"

Appello di Scibetta e Buccheri in attesa della riunione di domani in via Malta

SIRACUSA. Fronte comune contro l'approvazione del bilancio dell'Ato idrico, almeno per come è stato elaborato dal consorzio. Dovrebbero chiedere alcune modifiche al testo del bilancio di previsione i sindaci della zona montana, ma anche gli altri della provincia, che domani saranno chiamati in via Malta a partecipare all'assemblea dell'Ato.

Dopo due rinvii, adesso i sindaci dovrebbero partecipare alla riunione, ma non avrebbero intenzione di votare il bilancio che contiene tra le altre voci i circa 275 mila euro per il collegio arbitrale, poiché «Sai» 8 avrebbe presentato nei confronti del consorzio una richiesta di risarcimento danni. I sindaci della zona montana si sono riuniti nei giorni scorsi per decidere come agire. Molti, infatti, sono stati commissariati dalla Regione, e sono partiti i ricorsi contro le nomine, alcuni accolti come nel caso di Melilli.

Adesso la votazione del bilancio che dai sindaci cosiddetti «ribelli», cioè quelli che non hanno consegnato gli impianti al gestore privato, sa di beffa, poiché hanno lanciato un appello al presidente della Regione, Rosario Crocetta, in queste settimane, per revocare la nomina del commissario del consorzio Gustavo Cardaci.

«L'appello che lanciamo anche ai comuni che hanno consegnato gli impianti - spiega il presidente dell'Unione dei comuni ”Valle degli iblei”, Carlo Scibetta - è quello di avere un fronte comune, a guardare attentamente il bilancio e a votare secondo coscienza, perché alcune voci previste vanno ridimensionate, altre tolte». In particolare, appunto, quelle sulle spese per il collegio arbitrale: i sindaci dovrebbe chiedere che queste somme vengano spostate nel capitolo per il fondo di solidarietà per i comuni e per interventi di manutenzione alle reti cittadine. «Avremo un orientamento preciso in assemblea - sottolinea il sindaco di Sortino, Enzo Buccheri - in attesa che la Regione si esprima sulla gestione del servizio che va mantenuto pubblico».

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