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Case popolari di Augusta, avviato il censimento

Ritornerà alla gestione dell'Iacp la palazzina di contrada Scardina, acquistata dal Comune due anni fa, dove vivono 22 famiglie

AUGUSTA. Ritornerà alla gestione dell'Iacp la palazzina di contrada Scardina, acquistata dal Comune due anni fa, dove vivono 22 famiglie dei 90 occupanti abusivi delle palazzine popolari della Borgata.

E' questa l'intenzione del commissario straordinario del Comune, Antonio La Mattina che ieri ha predisposto uno schema di convenzione per l'affidamento della gestione dei 22 alloggi popolari allo Iacp che verrà in futuro sottoscritta da Comune e Iacp, una scelta che nasce probabilmente della concreta difficoltà di gestire la situazione degli alloggi che, dopo essere stati affidati agli ex terremotati in realtà non sono mai stati regolarizzati.

Con lo stesso atto il commissario, che regge il Comune fino alle prossime elezioni, ha incaricato il dirigente della polizia municipale di aggiornare il censimento dei nuclei familiari, che dal 2002 occupano, in maniera abusiva anche se ormai stabilmente, le altre quattro palazzine di edilizia popolare di contrada Scardina.

Sono in totale 90 le famiglie che vi risiedono tuttora e che verranno passate al setaccio dai servizi sociali del Comune che dovranno verificare l'effettivo stato di loro necessità. «Con questo screening - ha detto La Mattina - vogliamo conoscere nel dettaglio le singole fattispecie riguardo le situazione di disagio economico e provvedere, laddove si evidenziano palesi situazioni di illegittimità, allo sgombero degli abusivi dando la possibilità di avere casa a tutti quei cittadini aventi diritto».

Una situazione, quella degli occupanti abusivi delle case, che non è stata mai regolamentata da quando, nel 2002, furono occupate le case che non erano state ancora assegnate perchè incomplete e che poi sono state rifinite da quanti vi vivono tuttora.

Risale, invece, al febbraio 2010 la convenzione stipulata tra Comune e Iacp che chiudeva un percorso iniziato alcuni anni addietro, con l'obiettivo da un lato di sistemare l'unica palazzina rimasta vuota perché incompleta e dall'altro di trovare un dignitoso alloggio per gli aventi diritto, nella maggior parte dei casi ex terremotati del sisma del '90. Con una parte dei fondi pari a due milioni e mezzo di euro della legge 433/91 post sisma il Comune aveva, infatti, acquistato la palazzina, la quinta, dove erano già in corso i lavori di ristrutturazione e che, una volta ultimati, hanno consentito l'assegnazione agli aventi diritto, ovvero agli ex occupanti del campo container nato dopo il terremoto di santa Lucia del 1990. 

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