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Sfiducia a Visentin, partiti in «crisi» In campo restano solo 17 consiglieri

Il documento verrà protocollato giovedì ma all’appello mancano ancora le firme di tre esponenti dell’opposizione

SIRACUSA. A pochi giorni dal termine fissato per protocollare la mozione di sfiducia contro il sindaco Roberto Visentin crescono le ”tensioni” in seno ai partiti dell’opposizione. All’interno dei gruppi consiliari di minoranza infatti si registrano posizioni discordanti sia sulle motivazioni che hanno determinato la presentazione della mozione sia sull’eventuale appoggio. E così le firme dei consiglieri pronti a porre la parola fine all’amministrazione di Roberto Visentin restano 17. E all’appello mancherebbero esponenti di partiti in parte già rappresentati quali oppositori all’amministrazione di palazzo Vermexio. È il caso di Fli, Mpa e anche «Grande Sud». Per Fli sono due su tre i consiglieri comunali che hanno firmato la mozione: Salvo Cavarra e Fabio Rodante. All’appello manca il nome di Paolo Romano che senza mezzi termini evidenzia come «certe iniziative debbano essere discusse in seno al partito piuttosto che essere lasciate alla libera volontà ed agli umori di qualche consigliere a caccia di visibilità». Una posizione quella di Romano che lascia trapelare un certo dissacordo all’interno del gruppo. «Se il partito deciderà di appoggiare la mozione bene, ma in quel caso - dice Romano - sarà Fli a presentarla, perchè personalmente non ho nessuna intenzione di andare dietro al Pd. E poi occorre avere il risultato certo, perchè se la mozione fallisce va tutto a vantaggio del sindaco. Inoltre - aggiunge il consigliere comunale di Fli - un commissariamento fino alle prossime elezioni non sono convinto che possa determinare benefici per la città, fermo restando che questa amministrazione ha una lunga e pesante serie di insuccessi ed inadempienze».
E i distinguo non mancano nemmeno in casa di «Grande Sud». Dove alle iniziali posizioni assunte dal capogruppo Aldo Palestro circa il sostegno alla mozione di sfiducia contro Visentin non sono seguite le firme dei tre consiglieri, gli altri due sono Pippo Impallomeni e Italo Bufardeci, al documento fermo alla presidenza del consiglio comunale. «Prima di presentare una mozione di sfiducia - dice Pippo Impallomeni - occorre essere sicuri che abbia i voti per passare, perchè altrimenti il risultato è come quello registrato per il presidente del consiglio comunale. È evidente che dopo che la sfiducia contro Edy Bandiera non è passata la sua posizione si è rafforzata. E così sarebbe anche per Visentin. E poi - aggiunge - ritengo che la questione debba essere discussa all’interno del partito».
Il fatto che non si firmi per la presentazione della mozione non significherebbe comunque che non la si voti non appena sarà all’ordine del giorno del consiglio comunale. La mozione porta le firme anche di Ettore Di Giovanni per «Sel», Giancarlo Lo Manto, Giuseppe Rabbito e Ninni Giordano per il «Mps», Dino Di Stefano per il «Mpa» mentre non ha firmato l’altro consigliere Antonio Moscuzza, i nove del Pd Giancarlo Garozzo, Riccardo De Benedictis, Nino Zito, Carmen Castelluccio, Alfredo Foti, Roberto Messina, Domenico Richiusa, Franco Formica, Fortunato Minimo, e l’esponente Udc, Sebastiano Di Natale. Bandiera non ha firmato per rispetto alla carica che ricopre in aula.

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